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Vetrina

L'Operazione Compass (in inglese Operation Compass) è stata un'offensiva sferrata l'8 dicembre 1940 dalle forze armate britanniche della Western Desert Force in Africa Settentrionale durante la seconda guerra mondiale, per ricacciare oltre il confine con la Libia le forze italiane che nel settembre 1940 erano lentamente penetrate in Egitto senza incontrare resistenza. La controffensiva vide contrapposti circa 31 000 soldati britannici, quasi completamente motorizzati e addestrati alla guerra di movimento, all'intera 10ª Armata del maresciallo Rodolfo Graziani forte di oltre 150 000 uomini, disposta tra Sidi Barrani, Bir Sofafi e Bardia.

La campagna, iniziata come un attacco locale della durata prevista di circa cinque giorni, a causa dell'abilità di manovra delle forze britanniche e della inefficace e disordinata difesa italiana, si trasformò in un'offensiva generale che, dopo due mesi e quattro battaglie campali (Sidi Barrani, Bardia, Tobruch e Beda Fomm), si concluse con la totale disfatta delle forze del maresciallo Graziani e la vittoria delle moderne unità motocorazzate britanniche, che conquistarono interamente la Cirenaica, annientarono la 10ª Armata e catturarono circa 115 000 soldati italiani.

La pesante sconfitta ebbe forti contraccolpi in Italia; Benito Mussolini, già in difficoltà dopo i duri rovesci in Grecia e le gravi perdite navali subite in seguito alla cosiddetta notte di Taranto, fu costretto, per il rischio concreto di perdere anche la Tripolitania, a chiedere aiuto dell'alleato tedesco, decretando così la fine della «guerra parallela» fascista. Per non rischiare di vedere l'Italia prematuramente sconfitta nel teatro del Mediterraneo, Adolf Hitler decise per un rapido invio di reparti corazzati tedeschi in Nordafrica, che consentirono all'Asse di contrattaccare e mantenere aperto il fronte nordafricano fino alla primavera del 1943.

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Voci di qualità

Guglielmo degli Ubertini, spesso chiamato Guglielmino (1219 circa – Campaldino, 11 giugno 1289), è stato un vescovo cattolico, politico e militare italiano. Fu il cinquantottesimo vescovo di Arezzo, reggendo ininterrottamente la diocesi tra il 1248 e il 1289. Dal grande potere politico, fu anche per breve tempo signore di Arezzo tra il 1287 e il 1289.

Proveniente dalla potente famiglia nobiliare e ghibellina degli Ubertini, fu una delle principali figure della politica aretina e toscana della seconda metà del XIII secolo. Costantemente impegnato nelle guerre tra guelfi e ghibellini, fu uomo politico spregiudicato e cambiò più volte schieramento, scontrandosi anche col governo della sua stessa città, di cui fu brevemente signore prima di morire. Durante la sua vita comandò numerose campagne militari, e combatté anche alla battaglia di Montaperti del 1260. Più simile a un grande feudatario che a un ecclesiastico, esercitò comunque un saldo controllo della sua diocesi, centralizzandone il controllo e costruendo numerosi nuovi edifici religiosi, tra i quali il moderno Duomo di Arezzo. Non si fece scrupoli nemmeno ad usare i mezzi religiosi più estremi come la scomunica e l'interdetto, spesso impiegandoli contro i propri avversari politici del momento.

Nel 1275, dopo aver partecipato al secondo concilio di Lione, ospitò papa Gregorio X ad Arezzo e, quando il pontefice vi morì, gestì il conclave del gennaio 1276, ottenendo un generoso lascito che finanziò la costruzione del nuovo duomo. Dopo aver nuovamente combattuto col Comune di Arezzo negli anni 1280, riuscì ad esautorare i suoi oppositori e a diventare signore della città nel 1287. Nel 1289 invece, quando scoppiò la guerra tra Arezzo e Firenze, si mise alla testa dell'armata aretina assieme a Bonconte da Montefeltro, trovando la morte alla conseguente battaglia di Campaldino. Con la dipartita del vescovo Guglielmino, Arezzo perse una guida capace e, per molti anni, non riuscì più a imporsi nel panorama politico toscano.

I resti di Guglielmino, dati per dispersi dopo la battaglia, furono infine identificati nel 2008 e interrati nel Duomo di Arezzo da lui stesso voluto. La storiografia, particolarmente influenzata dai cronisti coevi a lui avversi come Dino Compagni e Giovanni Villani, ricorda Guglielmino principalmente in maniera negativa, anche se la sua figura è stata poi parzialmente rivalutata.

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Lo sapevi che...

Trijntje Cornelisdochter Keever, soprannominata De Groote Meid, in italiano "la grande ragazza" (Edam, 10 aprile 1616Utrecht, 2 luglio 1633), è da alcuni considerata la donna più alta nella storia, in quanto sembra avesse raggiunto i 260 cm (2,60 metri) di altezza al momento del suo decesso, avvenuto a diciassette anni.

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Ricorrenze del 6 agosto

Andy Warhol

Nati...

...e morti

In questo giorno accadde...

Ricorre oggi: Bolivia e Giamaica festeggiano i rispettivi Giorni dell'indipendenza. Le Chiese cristiane celebrano la festa della trasfigurazione di Gesù.

 

Nelle altre lingue

Di seguito sono elencate le 10 versioni maggiori di Wikipedia (per numero di voci, non necessariamente per qualità o dimensioni totali) e una selezione casuale di altre edizioni con un numero minore di voci:

Le 10 maggiori (al 6 agosto 2025): English (inglese) (7 034 794) · Binisaya (cebuano) (6 116 179) · Deutsch (tedesco) (3 038 377) · Français (francese) (2 700 606) · Svenska (svedese) (2 614 095) · Nederlands (olandese) (2 193 846) · Русский (russo) (2 057 788) · Español (spagnolo) (2 052 854) · Italiano (1 929 768) · Polski (polacco) (1 665 133)

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Questa settimana la voce da tradurre è:

(versione in italiano: Xie Zhiliu)

È che il mio carattere è cattivo, non è buono, non è tenero, e subito, quando incontro presunzione e vigliaccheria che entrano come padroni nel territorio dell'innocenza e della debolezza, vorrei prendere le armi, vorrei prendere una scimitarra, e far cadere delle teste infette. Ma mi trasformerei in uno di loro, e dunque, via il desiderio.
Anna Maria Ortese

Ingresso del bunker 26, presente nel deposito di munizioni speciali di Dülmen-Visbeck, situato a Kirchspiel Dülmen, nel Nordreno-Vestfalia, in Germania.
Il deposito era stato realizzato nell'ambito del programma di condivisione nucleare della NATO.

Quattro Milioni
Emma Ivon, Roma, 1883.

Castellammare del Golfo

La cittadina sorge alle pendici del complesso montuoso di Monte Inici e dà il nome all'omonimo golfo prospiciente il Castello Arabo Normanno, delimitato a est da capo Rama e a ovest da capo San Vito. Basa la sua economia sul turismo e, meno che in passato, sulla viticoltura e la pesca. Oggi è uno dei più rinomati centri balneari della Sicilia e uno dei borghi di mare più belli d'Italia. Sul suo territorio ricadono i faraglioni di Scopello, la baia di Guidaloca, le Terme Segestane e la parte più orientale della riserva naturale orientata dello Zingaro.